1 Maggio 2022 0:08

Strategie di acquisto per i condomini pignorati

Come rendere un immobile impignorabile?

Chi è proprietario di beni mobili e immobili, vorrebbe premunirsi da un possibile futuro pignoramento. Ma come rendere i beni impignorabili? Le soluzioni possibili sono: il fondo patrimoniale, trust, affidare i beni a società, l’utilizzo del vincolo di destinazione e intestare un bene ad un‘altra persona.

Quando il creditore può chiedere l’assegnazione del bene pignorato?

“ogni creditore, nel termine di dieci giorni prima della data dell’incanto, può presentare istanza di assegnazione a norma dell’art. 589 per il caso in cui la vendita all’incanto non abbia luogo per mancanza di offerte”.

Come difendere la casa dai creditori?

L’intestazione dell’immobile ai figli o ad altri familiari (ad esempio il coniuge) è il metodo più utilizzato in assoluto per difendere il proprio immobile dai creditori. Si procede davanti a un notaio con un atto di donazione in presenza di due testimoni.

Come fare per non farsi togliere la casa?

Per evitare il pignoramento della prima casa è quindi sufficiente non acquistare altri immobili oppure non accettare donazioni o lasciti ereditari. Se così fosse, l’esattore potrebbe pignorare tanto la prima casa quanto le successive.

Quando la casa non può essere pignorata?

La prima casa non è pignorabile solo quando il creditore è l’Agente per la riscossione esattoriale (Agenzia Entrate Riscossione, che ha sostituito Equitalia), il quale agisce per il recupero dei crediti dello Stato o della Pubblica Amministrazione.

Come proteggere la prima casa dal pignoramento?

Per la protezione dal pignoramento, il primo strumento da citare, in quanto tradizionalmente utilizzato da decenni, è l’istituto del fondo patrimoniale. (artt. 167 e seguenti Codice Civile). Uno o entrambi i coniugi con atto notarile, ovvero un terzo, anche con testamento, vincolano propri beni immobili.

Quando presentare l’istanza di assegnazione?

Termine per l’istanza di assegnazione. 1. Ogni creditore, nel termine di dieci giorni prima della data dell’udienza fissata per la vendita, può presentare istanza di assegnazione, per sè o a favore di un terzo,a norma dell’articolo 589 per il caso in cui la vendita non abbia luogo.

Che cosa è l’istanza di assegnazione?

Istanza di assegnazione dei beni pignorabili. In cosa consiste l’istanza di assegnazione dei beni pignorabili? Nella possibilità di presentare al giudice dell’esecuzione un’istanza per ottenere la proprietà dei beni da pignorare a compensazione dei propri crediti anziché scegliere di venderli all’asta.

Che cos’è un’istanza di assegnazione?

Si tratta, cioè, dei casi in cui il creditore, anziché richiedere al giudice la vendita del bene soggetto a esecuzione forzata, chiede invece che gli venga assegnato, a soddisfazione del proprio credito.

Quando non si può pignorare la prima casa?

Difatti, la prima casa sarà pignorabile solo a condizione che: il debito superi 120mila euro; il complesso dei beni immobili di proprietà del debitore sia superiore a 120mila euro.

Quando la banca non può pignorare la prima casa?

Ti starai chiedendo quando la banca non può pignorare la prima casa? Quando il creditore principale è una banca, o una società finanziaria, non esistono casi di limitazione al pignoramento della prima casa da parte della Legge.

Come salvare la propria casa all’asta?

[…] il solo ed unico modo di salvare la casa allasta è quello di pagare il debito per intero ma non solo, devi saldare completamente ogni singolo debito che hai, perché tutti i tuoi creditori possono aggredire il tuo bene in caso di insolvenza, non solo la banca che ha l’ipoteca.

Cosa succede se la casa all’asta non si vende?

Quando una casa non viene venduta perché non c’è nessun potenziale acquirente interessato ad acquistarla – in questi casi si dice appunto che l’asta “va deserta” – la casa non torna al debitore. Verranno organizzate altre aste e a ogni nuovo tentativo il Giudice potrà decidere di abbassare il prezzo base fino al 25%.

Come accedere al fondo salva casa?

Requisiti per accedere al Fondo Salva casa

  1. deve trattarsi di “prima casa” quindi immobile adibito ad abitazione principale nel momento in cui ha avuto inizio la procedura esecutiva;
  2. non deve rientrare nelle categorie catastali A1, A8 e A9, quindi non può essere un castello, una villa o un’abitazione signorile.

Cosa deve rimanere in una casa venduta all’asta?

Questo significa che, qualora tu abbia ricevuto solo l’atto di pignoramento immobiliare, se la casa viene venduta allasta potrai portare via di casa tutto ciò che c’è all‘interno, anche gli oggetti di valore. Essi continuano ad appartenerti nonostante l’aggiudicazione dell’immobile.

Quanto tempo si deve lasciare la casa venduta all’asta?

120 giorni

Ricapitolando, se l’aggiudicatario fa istanza di liberazione, il debitore deve lasciare la casa entro 60-120 giorni dal decreto di trasferimento. Mentre se l’aggiudicatario non presenta alcuna richiesta espressa, dovrà procedere in via giudiziale con tempistiche più dilatate e difficili da prevedere.

Quanto tempo ci vuole per avere il decreto di trasferimento?

Tempi del decreto di trasferimento

Il tempo necessario varia da tribunale a tribunale, in base al carico di lavoro della Cancelleria e dei giudici dell’esecuzione. Generalmente i tempi per il deposito in Cancelleria del decreto variano da 2 settimane a 3 mesi.

Cosa succede dopo il decreto di trasferimento?

Verrà redatto il decreto di trasferimento che viene firmato dal G.E., verrà rilasciata una copia del decreto e successivamente si ritireranno le chiavi dal Custode nominato. Se l’immobile è libero, le chiavi verranno consegnate già al momento del saldo del prezzo.

Quando l aggiudicatario diventa proprietario?

L’aggiudicatario diventa proprietario del bene solo dalla data di firma del Decreto di trasferimento da parte del Giudice.

Cosa cancella il decreto di trasferimento?

Con questo atto vengono cancellate le trascrizioni dei pignoramenti per quell’immobile. Il contenuto del decreto di trasferimento è il seguente: dati precisi delle parti ovvero dell’aggiudicato e del debitore; una descrizione accurata dell’immobile con specificati anche gli estremi catastali.

Chi paga la trascrizione del decreto di trasferimento?

Fortunatamente a partire dal 2014 il costo della trascrizione e della voltura al Catasto è a carico della procedura esecutiva. Le uniche spese che gravano sull’aggiudicatario sono: imposte e tasse del decreto di trasferimento, stabilite in misura fissa in base al fatto che si tratti di prima o seconda casa.

Quanto costa il decreto di trasferimento?

I decreti di trasferimento sono esenti dall’imposta di bollo, dai tributi speciali catastali e dalle tasse ipotecarie e sono soggetti a ciascuna delle imposte ipotecari e catastali nella misura fissa di euro 50,00 cadauna.

Chi registra il decreto di trasferimento?

Gli artt. 13 comma 1-bis e 54 comma 2 D.P.R. 131/1986 prevedono che il cancelliere è tenuto a richiedere la registrazione dei decreti di trasferimenti entro 60 giorni dall’emissione e a pagare l’imposta liquidata dall’Ufficio.

Chi deve notificare il decreto di trasferimento?

Fatta questa premessa, e tornando al nocciolo della sua domanda, osserviamo che per conseguire la disponibilità dell’immobile il decreto di trasferimento andrà notificato all’occupante.