Rapporto di Sharpe e tasso di interesse
Uno dei indici più noti nell’analisi della gestione del rischio è lo Sharpe ratio. Questa variabile misura la quantità di performance ottenuta per unità di rischio sopportato. Si calcola come differenza di rendimento tra il portafoglio e il tasso d’interesse privo di rischio.
Cosa indica lo Sharpe?
L’indice di Sharpe (dal nome dell’economista che ha introdotto tale misura) è un indicatore che misura l’extra-rendimento, rispetto al tasso risk free, realizzato da un portafoglio (o da un fondo) per unità di rischio complessivo sopportato.
Quanto deve essere lo Sharpe Ratio?
Le soglie generali considerate in letteratura per quanto riguardano lo Sharpe Ratio sono: SR maggiore di 1 indica un buon investimento. SR maggiore di 2 indica un ottimo investimento. Un investimento è ritenuto eccellente per SR maggiore di 3.
Come calcolare rapporto rischio rendimento?
Facciamo un esempio pratico. L’investimento “a zero rischi” (risk free), considerando il Bot a 6 mesi, genera un rendimento annuo del 2%. Di conseguenza: Investimento A: (12 – 2) / 15 = 0,667.
Come valutare il rischio di un investimento?
Il rischio di un investimento finanziario deve essere calcolato in maniera oggettiva e questo calcolo viene sviluppato in maniera matematica attraverso l’interpolazione lineare di indici finanziari. Questi dati vengono raccolti ed interpolati mensilmente per un periodo che varia dai 15 ai 20anni.
Quale indice prende in considerazione il coefficiente beta?
Il coefficiente Beta è il rapporto tra la covarianza del rendimento di un’attività i-esima riguardo il rendimento di mercato, e la varianza del rendimento di mercato.
Cosa misura l information ratio?
L‘Information Ratio è un indicatore calcolato come rapporto tra l‘extra-rendimento del portafoglio rispetto all’indice di riferimento e la Tracking Error Volatility (volatilità dei rendimenti differenziali del portafoglio rispetto ad un indice di riferimento o benchmark).
Qual’è l’indicatore per individuare il rischio di interesse?
Gli indicatori più utilizzati per quantificare tale rischio sono la duration (o durata finanziaria) e l’average refixing period (tempo medio con cui il portafoglio “aggancia” i tassi di interesse di mercato). Quando questi indicatori aumentano, il rischio di tasso diminuisce, e viceversa.
Quali sono gli indicatori di rischio?
Gli indicatori di rischio chiave (KRI) sono metriche che misurano la probabilita che un’azienda sia esposta a una minaccia e il modo in cui si relaziona con il proprio rischio appetito. La propensione al rischio e il numero di pericoli che un’azienda e in grado di sopportare per raggiungere un obiettivo finanziario.
Come si calcola il VaR?
VAR= W0-W*α,t
Ovviamente esistono formulazioni più raffinate che tengono conto del valore atteso del portafoglio a scadenza e inseriscono dunque rendimenti o cedole entro quel termine.
Cos’è il VaR di un fondo?
Il value at risk (VaR) è un indicatore di rischio utilizzabile nelle decisioni finanziarie. Esso esprime la perdita massima probabile (a un certo livello di confidenza statistica) in un determinato orizzonte temporale.
Cosa prende in esame il rischio di credito?
Il rischio di credito negli investimenti si misura attraverso due parametri: il rating, ovvero il giudizio sul merito creditizio di un soggetto emittente titoli che incorporano il rischio di credito. Il rating si riferisce alla posizione creditoria.
Cosa rappresenta il VaR?
Il VAR, acronimo in inglese di value at risk, in italiano significa letteralmente “valore a rischio“. Il VAR è un dato statistico, spesso espresso in termini percentuali, che misura il livello di rischio di un investimento finanziario.
Che significa VAR nel calcio?
VAR è l’acronimo di Video Assistant Referee, un assistente che collabora con l’arbitro in campo per chiarire situazioni dubbie (quelle specificatamente previste dal regolamento), avvalendosi dell’ausilio di filmati e di tecnologie che consentono di rivedere più volte l’azione, a velocità variabile, da diverse …
Cosa rappresenta il VAR al 95 di un portafoglio?
Prendiamo, ad esempio, un portafoglio con VAR pari al 10% e intervallo di confidenza del 95% a un anno. In questo caso, il Value at Risk indica una probabilità del 95% che il portafoglio non subisca una contrazione superiore al 10% nell’arco di un anno.
Cosa è la volatilità in Borsa?
La volatilità misura l’incertezza circa i futuri movimenti del prezzo di un bene o di una attività finanziaria.
Cosa vuol dire alta volatilità?
Cos’è la volatilità
Un’alta volatilità significa che il valore di un asset può potenzialmente distribuirsi su un range ampio di valori. Il prezzo può cambiare drasticamente in un breve periodo di tempo, sia al rialzo che al ribasso.
Cosa vuol dire volatilità alta?
In parole più semplici a una volatilità elevata corrisponderanno variazioni di prezzo più marcate, mentre a una bassa volatilità corrisponde un andamento del prezzo relativamente più controllato.
Come si misura la volatilità di un titolo?
Il rischio e il relativo rendimento, sono elementi costitutivi dei mercati finanziari. La volatilità di un titolo indica la variazione percentuale del suo prezzo nel tempo, definisce cioè l’ampiezza delle sue oscillazioni.
Cosa si misura con l’indicatore di volatilità?
La volatilità è la misura della quantità e la velocità con cui il prezzo si muove verso l’alto e verso il basso. L’indicatore di volatilità generalmente si basa sulla variazione tra i prezzi storici più alti e più bassi di un titolo, delle materie prime, di una coppia di valute o di altri strumenti finanziari.