22 Marzo 2022 2:36

Quali sono i pro e i contro dell’incenerimento dei rifiuti?

Quali sono i vantaggi dell inceneritore?

Il vantaggio principale di un inceneritore è sicuramente quello di ridurre la quantità di discariche a cielo aperto e di rifiuti lasciati nell’ambiente. La combustione permette infatti di evitare l’accumulo sempre maggiore dei rifiuti.

Quali sono i problemi legati agli inceneritori?

In questo modo ogni inceneritore comporta l’immissione in atmosfera di milioni di metri cubi di fumi tossici al giorno costituiti, oltre che dalle note diossine, da almeno 200/250 differenti composti chimici che possono creare problemi di salute.

Quali sono gli svantaggi del termovalorizzatore?

Tra le problematiche principali che queste presentavano, specialmente quelle più datate, ma non solo, l’inquinamento del territorio e soprattutto delle falde acquifere in quanto il fondo non era opportunamente isolato dal terreno.

Quanto inquinano gli inceneritori?

Dato che come si è detto un grande impianto emette milioni di metri cubi di fumi ogni anno, ciò significa che anche un inceneritore che rispetti largamente i limiti di legge emetterà in atmosfera sostanze inquinanti nella misura di parecchie tonnellate l’anno (o centinaia di t/a, se si tratta di emissioni acide).

Quali rifiuti vanno nell inceneritore?

Inceneritori e termovalorizzatori bruciano lo stesso tipo di rifiuti, quelli solidi urbani (piccoli imballaggi, carta sporca e stoviglie di plastica, ad esempio) e quelli speciali (derivanti da attività produttive di industrie e aziende).

Che differenza c’è tra inceneritore e termovalorizzatore?

Termovalorizzatori e inceneritore: cosa sono

Partiamo dunque dalla definizione: non sono affatto la stessa cosa. Un inceneritore, ad esempio, brucia i rifiuti e basta, mentre invece un termovalorizzatore ha il compito di bruciare i rifiuti e produrre energia elettrica.

Quanta energia produce un termovalorizzatore?

Quanta energia si recupera in un impianto di termovalorizzazione? Con la combustione dei rifiuti, l’impianto produce energia elettrica pari a 140 milioni di KWh, il consumo annuale di circa 55.000 famiglie.

Quale impatto ambientale ha un termovalorizzatore?

L’apporto di un termovalorizzatore rappresenterebbe all’incirca l’1% di quanto produce il solo traffico dei motori diesel. Inoltre, mettendo a confronto un termovalorizzatore con una discarica, ne esce penalizzata la discarica anche con maggiori emissioni di C02 in atmosfera.

Quanti sono gli inceneritori in Italia?

In Italia esistono 37 inceneritori che, nel corso del 2019, hanno trattato 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti speciali urbani.

Quanti termovalorizzatori ci sono in Europa?

Attualmente in Europa sono attivi 450 termovalorizzatori e i paesi europei più virtuosi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti ricorrono all’incenerimento con recupero energetico: in particolare Francia e Germania, ma anche Svezia, Danimarca e Olanda (www.cewep.com).

Quanti termovalorizzatori nel Lazio?

Elenco

Regione Numero impianti Comune
Umbria 1 Terni
Lazio 3 San Vittore del Lazio
Colleferro
Malagrotta

Come è fatto un inceneritore?

L’impianto è generalmente composto da un forno, all’interno del quale vengono bruciati i rifiuti, a volte anche con l’ausilio di gas metano per aumentarne la temperatura. Per legge, infatti, la temperatura di combustione deve essere sopra gli 850 gradi, per evitare la formazione di diossine.

Come funziona un inceneritore di rifiuti?

Prima fase: i rifiuti raccolti vengono stoccati e depositati con una gru in un forno che raggiunge la temperatura di 1000°C. Seconda fase: nel forno avviene la combustione, i rifiuti vengono bruciati e grazie al calore ottenuto viene prodotto il vapore per la generazione di energia elettrica.

Dove finiscono le ceneri degli inceneritori?

I residui solidi vengono raccolti e inviati a centri di trattamento dove vengono recuperati per l’80% per la produzione di cemento o per la realizzazione di sottofondi stradali, per un 10% sotto forma di materiale ferroso, un restante 10% va in perdita d’acqua.

Come si fa una discarica?

Una discarica controllata moderna deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia. … Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione.

Quanti tipi di discarica esistono?

La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica:

  • discarica per rifiuti inerti;
  • discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quail i Rifiuti Solidi Urbani, anche noti come RSU);
  • discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).

Che danno fanno le discariche?

Aumento sensibile di animali infestanti come topi, mosche, ratti, ecc… Diffusione nell’aria di vapori maleodoranti e dannosi per la salute. Inquinamento del terreno (e spesso delle falde acquifere sottostanti) a causa del percolato contenente spesso metalli pesanti. Rilevanti danni paesaggistici.

Quali sono i tre tipi di discarica previsti in Italia?

La direttiva europea prevede tre tipologie differenti di discarica: discarica per rifiuti inerti; discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quali i rifiuti solidi urbani); disca- rica per rifiuti pericolosi (tra i quali ceneri e scarti degli inceneritori).

Qual è il metodo di smaltimento più utilizzato in Italia?

Le discariche rappresentano il sistema di smaltimento più economico. Circa i cinque sesti dell’immondizia raccolta in Italia finisce ancora nelle discariche a cielo aperto, ormai completamente piene. Oggi le discariche sono impianti controllati.

Quando si configura il reato di discarica abusiva?

3, del D.L.vo 152/06 deve necessariamente essere letto in correlazione con il D.L.vo 36/03, sicché si ha discarica abusiva tutte le volte in cui per effetto di una condotta ripetuta, i rifiuti vengono scaricati in una determinata area trasformata di fatto in deposito o ricettacolo di rifiuti con tendenziale carattere …

Quali oggetti vengono riciclati?

I materiali che possono essere riciclati sono:

  • legno;
  • vetro;
  • carta e cartone;
  • tessuti;
  • pneumatici;
  • alluminio;
  • acciaio;
  • plastica;

Quale è il materiale più riciclato?

L’acciaio è un materiale riciclabile al 100%, che può essere riciclato infinite volte senza perdere alcuna delle sue proprietà originarie. Per questo motivo l’acciaio è oggi di gran lunga il materiale più riciclato al mondo (fonte: BIR – Bureau of International Recycling – World Steel Recycling).

Cosa riciclare in casa?

Riciclare oggetti per casa

  1. Orologio con ruota di bicicletta. …
  2. Barattoli con piantine. …
  3. Barattoli di vetro portaoggetti. …
  4. Barattoli recuperati per contenere. …
  5. Bicicletta per il bagno. …
  6. Cappelli sospesi. …
  7. Cassette della frutta riciclate. …
  8. Cassetti recuperati.