16 Marzo 2022 16:45

Il valore equo di mercato è lo stesso del valore fiscale?

Come si calcola il valore d’uso?

Il valore d’uso è definito come il valore attuale dei flussi di cassa attesi da un’attività. Per determinare il valore d’uso occorre: ➢Proiettare le entrate e le uscite collegate all’uso dell’immobilizzazione; ➢Stimare un adeguato tasso di attualizzazione; ➢Attualizzare i flussi alla data della redazione del bilancio.

Quali sono i valori stimati?

VALORI STIMATI Sono riferiti a grandezze della cui misurazione è possibile una verifica solo in un momento successivo. … VALORI CONGETTURATI O PRESUNTI Si riferiscono a grandezze della cui misurazione non è mai possibile una verifica, in quanto determinate su ipotesi non accertabili in concreto.

Quando le attività fiscali differite devono essere rilevate?

L’entità, quindi, rileva attività fiscali differite solo quando è probabile che saranno realizzati redditi imponibili a fronte dei quali possano essere utilizzate le differenze temporanee deducibili.

Cosa sono le imposte latenti?

Questo caso è rappresentativo delle imposte latenti, ovvero degli effetti fiscali futuri derivanti dalla differenza tra il valore equo del bene trasferito ed il suo valore contabile che, di fatto, riducono il valore della plusvalenza.

Cosa è il valore d’uso?

Il valore d’uso di un bene corrisponde al beneficio prodotto dallo stesso bene come conseguenza dell’uso da parte del soggetto economico.

Come si calcola il valore recuperabile?

Ai fini della determinazione del valore recuperabile, al fair value sono sottratti i costi di vendita. 22. Il valore d’uso è determinato sulla base del valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede abbiano origine da un’attività lungo la sua vita utile.

Cosa si intende per principio di prudenza?

Il principio di prudenza

Esso si concretizza in due principali regole: – gli utili attesi, ma non ancora definitivamente realizzati, non devono essere iscritti in bilancio; – tutte le perdite, anche quelle ragionevolmente e fondatamente presunte, devono essere iscritte in bilancio anche se non effettivamente subite.

Cosa recita il principio di continuità?

La continuità aziendale è il presupposto in base al quale, nella redazione del bilancio, l’impresa viene normalmente considerata in grado di continuare a svolgere la propria attività in un prevedibile futuro.

Qual è la sostanziale differenza tra prezzo di mercato e valore di stima?

Il giudizio di stima rappresenta una previsione.

Mentre il prezzo è un dato storico perchè equivale alla quantità di denaro con cui un bene è stato scambiato, il valore, invece, è l’espressione di un giudizio di stima perchè rappresenta il prezzo più probabile con cui, in condizioni ordinarie, un bene verrà scambiato.

Cos’è l’imposta differita?

Le imposte differite: definizione

“Le differenze temporanee imponibili generano imposte differite, ossia imposte che pur essendo di competenza dell’esercizio sono dovute in esercizi futuri.

Cosa si intende per fiscalita differita?

Le imposte differite sono imposte che saranno pagate in futuro e sono generate da differenze di reddito di tipo temporaneo, che rinviano la tassazione. In pratica, rappresentano costi di competenza dell’esercizio sul piano civilistico, ma saranno pagate negli esercizi futuri sul piano fiscale.

Quando si rilevano le imposte anticipate?

Le imposte anticipate e differite devono essere rilevate ogni volta che possono essere riscontrate delle differenze temporanee (cioè che si riassorbiranno nel tempo) tra il valore civilistico e quello fiscale di un’attività o una passività.

Come si generano le imposte anticipate?

Le imposte anticipate sono quindi tendenzialmente generate da componenti negativi di reddito deducibili ai fini fiscali in esercizi successivi a quello in cui vengono imputati al conto economico civilistico.

Come registrare le imposte anticipate?

L’iscrizione di imposte anticipate deve avvenire tra i crediti presenti nell’attivo circolante, e nel Conto Economico, a decremento della voce 22 “imposte sul reddito dell’esercizio“.

Dove vanno le imposte d esercizio nel conto economico?

Più in generale, tutte le variazioni delle attività per imposte anticipate e delle passività per imposte differite sono iscritte nel conto economico nella voce 20 “imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate”.

Come viene tassato il risultato di esercizio?

reddito oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro: 27% aliquota Irpef; reddito oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro: 38% aliquota Irpef; reddito oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro: 41% aliquota Irpef; reddito oltre 75.000 euro: 43% aliquota Irpef.

Come registrare l’utile di esercizio?

Contabilmente si rileva: una variazione economica di capitale negativa, per l’importo dell’utile conseguito, da registrare in DARE del conto Utile d’esercizio che così si chiude; una variazione economica di capitale positiva, per lo stesso importo, da registrare in AVERE del conto Capitale netto.

Cosa è il reddito di esercizio?

Il reddito d’esercizio è il risultato economico conseguito dall’impresa in un periodo amministrativo. Si determina come differenza tra i ricavi e i costi di uno stesso periodo amministrativo; può essere positivo (utile), negativo (perdita) o uguale a zero (pareggio).

Come calcolare il reddito netto d esercizio?

È il risultato reddituale dell’attività d’impresa. Questo valore viene calcolato sottraendo dal totale dei ricavi il totale dei costi sostenuti lungo l’intera durata dell’esercizio comprensivo di spese generali, amministrative e di produzione.

Quali tipi di costi partecipano al reddito di esercizio?

Costituiscono componenti positivi di reddito i ricavi, le plusvalenze patrimoniali, le sopravvenienze attive, i dividendi e gli interessi attivi, i proventi immobiliari e le rimanenze.

Quali sono i costi di gestione?

I costi di gestione o costi operativi sono detti invece Opex. Tra gli Opex rientrano i costi fissi (quali gli stipendi dei dipendenti), i costi semivariabili (quali costi di manutenzione e logistica) e i costi variabili (quali i costi delle materie prime).

Quali voci compongono il patrimonio netto?

Il patrimonio netto è la differenza tra attività e passività e l’insieme delle risorse di cui l’azienda dispone come forma di finanziamento interno. Viene anche chiamato capitale proprio o mezzi propri.

Che cosa sono i costi pluriennali?

I costi capitalizzati o costi pluriennali sono dei costi sostenuti da un’ impresa all’interno di un esercizio economico che però non vengono considerati all’interno del conto profitti e perdite, in quanto non sono di competenza esclusiva dell’esercizio.

Che cosa sono gli oneri pluriennali?

Gli oneri pluriennali sono costi che non esauriscono la loro utilità nell’esercizio in cui sono sostenuti, e sono diversi dai beni immateriali e dall’avviamento.

Che cosa sono i beni immateriali?

Si tratta di beni incorporei che assurgono propriamente a nuovo bene nel momento in cui si estrinsecano in un elemento materiale e assumono la qualità di bene giuridico allorché riconosciuti dall’ordinamento come oggetto di una tutela specifica.