È possibile conservare i titoli al di fuori di una banca/brokeraggio?
La riserva sinistri è la voce passiva nel bilancio assicurativo, è la riserva tecnica che la compagnia di assicurazione deve accantonare ed iscrivere al bilancio aziendale per far fronte ai sinistri avvenuti nell’anno, quelli che stima di dover pagare in futuro per sinistri che si sono già verificati ma non sono stati …
Quanto tempo gli intermediari o altri distributori sono tenuti a conservare i contratti da loro conclusi e la documentazione ad essi relativa?
57 (Obblighi di conservazione) prevede che gli intermediari conservino per almeno cinque anni – salvo diverso termine di legge – la documentazione concernente: I conferimenti degli incarichi, gli accordi aventi a oggetto lo svolgimento dell’attività di intermediazione ed eventuali procure.
Quale attività non rientra nell intermediazione assicurativa?
I soggetti che, all’interno dei locali di un intermediario, esercitano esclusivamente attività amministrative quali, ad esempio, la tenuta della contabilità, non svolgono attività di intermediazione assicurativa e, pertanto, non devono essere iscritti nel registro.
Che cosa non può fare un intermediario a titolo accessorio?
Ogni intermediario, si ricorda, può opzionare una sola lettera e gli è fatto divieto di compiere attività che lo riconducano ad altra sezione del Registro a cui non è iscritto. Alcuni soggetti non hanno nemmeno l‘opzione (ad esempio, le Banche e simili, che possono solo iscriversi alla sezione D).
Cosa si indica con il termine riserva sinistri?
La riserva sinistri è una particolare forma di riserva tecnica, utilizzata (insieme alla riserva premi) dalle assicurazioni per garantire l’assolvimento dei propri impegni nei confronti dei contraenti. Si tratta, in buona sostanza, di un ammontare di denaro accantonato annualmente dalle compagnie assicurative.
Quali sono i sinistri tardivi coinvolti nel nuovo processo dell’attestato di rischio dinamico?
Cos’è il sinistro tardivo? Il sinistro tardivo è un incidente denunciato in ritardo (spesso dopo oltre un anno da quando è avvenuto) e pagato dalla compagnia negli ultimi 60 giorni di un contratto RC Auto, o dopo la sua scadenza.
Quanto tempo gli intermediari sono tenuti a conservare i contratti da loro conclusi?
tre anni
Per quanto tempo gli intermediari e ogni altro distributore sono tenuti a conservare i contratti conclusi per loro tramite e la documentazione ad essi relativa ? Per almeno tre anni, salvo diverso termine di legge.
Quanto tempo conservare polizze assicurative?
2952 del Codice Civile, che al comma 1 recita: “Il diritto al pagamento delle rate di premio si prescrive in un anno dalle singole scadenze.” Questo significa che occorre conservare il certificato di assicurazione anche per i 12 mesi successivi alla sua scadenza.
Quanti anni conservare assicurazioni?
un anno
Per quanto tempo conservare l’assicurazione auto
L’assicurazione va conservata per almeno un anno. In particolare bisogna conservarla per tutti i 12 mesi di validità della polizza e anche per l’anno successivo. Non si tratta di termini che hanno carattere discrezionale, ma sono previsti dalla legge.
Cosa può fare un intermediario a titolo accessorio?
Per intermediari assicurativi a titolo accessorio si intendono quei soggetti che svolgono in via principale attività diverse dalla distribuzione di prodotti assicurativi; questi ultimi, se offerti, sono complementari rispetto al bene o servizio principale di natura non assicurativa.
Chi è l intermediario accessorio esente?
I soggetti che, all’interno dei locali di un intermediario, esercitano esclusivamente attività amministrative quali, ad esempio, la tenuta della contabilità, non svolgono attività di intermediazione assicurativa e, pertanto, non devono essere iscritti nel registro.
In quale sezione operano gli intermediari accessori?
64 del Regolamento IVASS n. 40/2018, agli intermediari assicurativi a titolo accessorio iscritti nella sezione F del Registro si applicano integralmente i presìdi previsti dall’art.
Quali sono le sezioni del Rui?
E’ suddiviso in 6 sezioni: sezione A (agenti) sezione B (broker) sezione C (produttori diretti di imprese di assicurazione)
Come operano i distributori di prodotti assicurativi?
I distributori di prodotti assicurativi operano con equita’, onesta’, professionalita’, correttezza e trasparenza nel miglior interesse dei contraenti. 2.
Chi può distribuire prodotti assicurativi?
Agenti, Broker, operatori di Bancassicurazione, Poste e non solo: chi sono e che lavoro svolgono i “distributori” di assicurazione. Capita spesso di confondere il proprio agente assicurativo di fiducia con l’assicuratore.
Chi può esercitare attività assicurativa?
L’esercizio dell’attività assicurativa nei rami vita e nei rami danni, come classificati all’articolo 2, è riservato alle imprese di assicurazione. 2. L’impresa di assicurazione limita l’oggetto sociale all’esercizio dei soli rami vita oppure dei soli rami danni e della relativa riassicurazione.
Quali sono i soggetti che rientrano nella definizione di distributore di prodotti assicurativi?
In questo cappello rientrano pertanto: le imprese di assicurazione che collocano i prodotti in diretta; gli intermediari nell’accezione corrente (A,B,C,D, E iscritte al RUI); intermediari a titolo accessorio che non esercitano l’attività di distribuzione assicurativa in via principale; altri soggetti che forniscono …
Quali soggetti rientrano nella definizione di distributore di prodotti assicurativi?
Da un lato si è introdotto il nuovo termine distributore di prodotti assicurativi, che comprende sia le imprese assicurative che distribuiscono i prodotti in via diretta, senza avvalersi dell’ausilio di intermediari, sia gli intermediari assicurativi.
Quali sono le categorie di soggetti ai quali si rivolge la IDD?
La direttiva si applica dunque a tutti coloro che distribuiscono prodotti assicurativi e riassicurativi: agenti, mediatori e operatori di «bancassicurazione», imprese di assicurazione, soggetti che gestiscono siti internet di comparazione quando questi consentano di stipulare direttamente o indirettamente un contratto …
Quali delle seguenti attività rientrano nella definizione di distribuzione assicurativa fornita nel codice delle assicurazioni private?
Le attività di distribuzione assicurativa consistono nel fornire consulenza, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera m-ter), in materia di contratti di assicurazione, proporre contratti di assicurazione o compiere altri atti preparatori relativi alla loro conclusione, concludere tali contratti ovvero collaborare, …
Cosa definiscono i distributori attraverso la Pog?
Con il termine “Product oversight and governance”(POG) si indica il complesso di obblighi di vigilanza che regolano il processo di ideazione e realizzazione dei prodotti assicurativi (vita e danni) destinati alla collocazione nel mercato in ottica di tutela del consumatore.
Cosa disciplina il regolamento delegato POG?
Il Regolamento n°45 dell’IVASS, emanato il , stabilisce nuovi requisiti e controlli per l’allocazione e la distribuzione di prodotti assicurativi (POG), completando quanto stabilito dalle fonti europee direttamente applicabili e dalla Direttiva Europea 2016/97 IDD.
Come viene identificato il mercato di riferimento dagli intermediari distributori?
Il Target Market Effettivo Positivo riferito alla categoria ESMA relativa alla capacità di sostenere le perdite viene individuato mediante l’indicatore ‘Capacita di sostenere le perdite’ reperibile dal questionario MiFID, raccordato con le caratteristiche anagrafiche degli strumenti finanziari.
Cosa deve identificare l intermediario produttore nella fase di strutturazione del prodotto?
In particolare, l’ESMA nel Final Report[10] chiarisce che l’Intermediario Ideatore, nella fase di strutturazione del prodotto, deve identificare un potenziale mercato di riferimento per ciascun prodotto e specificare la tipologia di clienti per cui il prodotto sia compatibile avendo riguardo ai bisogni, alle …
Chi identifica il target market?
I produttori o manufacturers sono gli emittenti dello strumento finanziario, essi sono tenuti a individuare, nell’ambito del processo di approvazione del prodotto, il mercato di riferimento (c.d. target market potenziale) di clienti finali per le cui esigenze, caratteristiche e obiettivi il prodotto è compatibile e a …