Cos’è la determinazione dei costi standard e quando si usa?
I costi standard sono costi determinati in anticipo rispetto alla produzione tramite l’uso di specifiche tecniche, elenchi materiali, ore normali di lavoro, in condizioni normali o predeterminate di utilizzo della capacità produttiva degli impianti.
Come si determina il costo standard?
Alla determinazione dei costi standard delle materie prime dirette si giunge moltiplicando i volumi standard di materie per unità di prodotto (componente o prodotto finito) per i prezzi standard, e diminuendo il prodotto ottenuto delle quantità di scarti moltiplicate per i relativi prezzi standard.
Quali sono i coefficienti di allocazione?
k = coefficiente di allocazione, definito dal rapporto tra i costi indiretti totali sostenuti dal centro di costo e l’impiego complessivo della base di allocazione.
Quali sono i costi fissi e variabili?
Per costi fissi si intende l’insieme dei costi il cui ammontare è indipendente dalla quantità di beni e servizi prodotti da un’attività. A questo concetto si contrappone quello di costo variabile: il cui ammontare dipende direttamente, e in maniera proporzionale, dalla quantità di beni e servizi prodotti.
Come ripartire un costo?
Ripartire i costi comuni significa suddividerli tra i vari centri di costo per aggiungerli al costo primo e ottenere così il costo complessivo. Il riparto deve avvenire scegliendo un criterio adatto. Prima di tutto si deve scegliere se ripartire i costi comuni su base unica o multipla.
Come si calcolano i costi indiretti?
Ecco come calcolarla: Dividi i costi indiretti per quelli diretti. Considerando l’esempio riportato nell’immagine, il risultato sarebbe il seguente: 16.800/48.000 = 0,35. Moltiplica questo numero per 100 allo scopo di ottenere la percentuale dei costi indiretti, ovvero 35%.
Cosa si intende per allocazione dei costi?
L’allocazione dei costi è un metodo utilizzato in azienda per addebitare le voci di costo presenti in budget a ciascun centro di costo specifico che li ha direttamente o indirettamente generate tramite degli indicatori statistici.
Che cos’è l allocazione?
allocazione Nel linguaggio comune il termine a. denota la distribuzione di una somma di moneta fra più usi alternativi: per es. a. della spesa di una famiglia fra diverse categorie di beni (alimentazione, abbigliamento, istruzione, vacanze ecc.); a.
Quali sono le voci di costo?
Una voce di costo è un record che registra la quantità e il costo di un evento specifico. Le voci di costo sono aggregazioni delle operazioni di magazzino registrate su dimensioni inventariali finanziarie attive.
Come si ripartiscono i costi comuni?
La ripartizione dei costi comuni tra le varie produzioni interessate si attua, generalmente, con criteri di proporzionalità, attraverso coefficienti di imputazione riferiti a singoli elementi (valore, quantità utilizzata, costo di lavorazione ecc.), il cui insieme costituisce la base di ripartizione, o di imputazione.
Cosa sono le basi di riparto?
Cosa sono le basi di riparto? … sono coefficienti (parametri) in base ai quali ripartire i costi comuni aziendali, per attribuirne una quota a ciascun prodotto (oggetto di calcolo):
Cosa si intende per centri di costo?
I centri di costo sono unità contabili dell’azienda che hanno lo scopo di aggregare i costi di ogni reparto o unità organizzativa. Ogni azienda, infatti, può essere ripartita in diverse aree o strutture organizzative che generano costi e che possono quindi essere monitorati e contabilizzati separatamente.
Quali sono i costi effettivi?
I costi effettivi sono i costi che considerano le attuali condizioni gestionali, quindi prendorno in cosiderazione le condizioni gestionali che possiamo dire “reali”.
Quali sono i costi diretti e indiretti?
Al contrario dei costi diretti, quelli indiretti sono tutte le spese sostenute per materiali, servizi e manutenzioni necessarie per il funzionamento dell’attività. Entrambi sono ugualmente essenziali per la gestione di un’azienda e l’uno non può esistere senza l’altro.
Come si calcola il costo industriale di un prodotto?
Costo industriale
- manutenzione dei macchinari, si divide il totale di costi per il numero di ore in cui i macchinari si sono dedicati alle specifiche produzioni;
- ammortamenti dei macchinari, anche in questo caso il criterio più logico è di considerare il numero di ore lavorate.
Cosa sono i costi in economia aziendale?
costo aziendale In contabilità generale, espressione che fa riferimento all’acquisto dei fattori produttivi e rappresenta il sacrificio, in termini monetari, che l’impresa compie per procurarsi la disponibilità di un dato fattore, misurandola attraverso le spese sostenute al momento della sua acquisizione.
Che cosa si intende per costi?
I costi sono gli oneri che l’impresa sostiene per procurarsi i fattori produttivi necessari allo svolgimento della sua attività.
Cosa intendiamo per costo?
Un costo è il valore monetario delle risorse impiegate per ottenere uno o più benefici futuri.
Come si trovano i costi?
La formula per calcolarlo è molto semplice: Costi Fissi + Costi Variabili = Costo Totale. Continuando con l’esempio precedente, se si sommano le spese fisse e le spese variabili si ottiene: 2210 euro (costi fissi) + 700 euro (costi variabili) = 2910 euro (costo totale).
Qual è la differenza tra costo e prezzo?
Costi che possono essere fissi (ad esempio quelli relativi ai macchinari e ai luoghi di produzione), oppure variare a seconda della quantità di articoli prodotti. Prezzo: la cifra di vendita di un prodotto o di un servizio, che copre i costi e che tiene conto anche di un guadagno.
Cosa si intende per terze economie?
Si chiamano aziende di produzione quelle aziende il cui scopo è realizzare uno scambio con terze economie (altre aziende, amministrazioni pubbliche, consumatori finali). Tale scambio ha per oggetto beni o servizi in cambio dei quali l’impresa riceve un compenso.
Che significa capitale iniziale?
Deposito iniziale richiesto per aprire una posizione in un contratto derivato.
Cosa si intende per produzione indiretta?
Quando si ha una trasformazione materiale del bene si parla di produzione diretta. Si dice indiretta quando avviene il trasferimento dei beni nello spazio e nel tempo.
Qual è il capitale di terzi?
Il capitale di terzi è detto anche capitale di prestito. Esso costituisce i cosiddetti finanziamenti esterni. Il capitale di terzi è dato dalle somme prestate dai terzi all’impresa: tali somme rappresentano dei debiti per l’azienda.
Che differenza c’è tra capitale proprio e capitale di terzi?
Per dirla in un altro modo, il capitale di terzi rappresenta tutti i soldi che l’impresa deve dare a qualcuno entro una certa scadenza temporale. Il capitale proprio, invece, rappresenta il c.d. “patrimonio permanentemente vincolato all’azienda” poiché (teoricamente) non ha scadenza.
Qual è il capitale di debito?
Il capitale di debito comprende i debiti di regolamento e i debiti di finanziamento. Nei primi rientrano i debiti concessi dai fornitori, ossia le dilazioni di pagamento. Nei secondi rientrano i prestiti bancari, i mutui, gli scoperti di conto corrente e i prestiti obbligazionari.
Che cosa è il capitale netto?
Il patrimonio netto (anche capitale netto, in inglese: net worth; in contabilità, equity), in ragioneria, economia aziendale e diritto commerciale, esprime la consistenza del patrimonio di proprietà dell’impresa.
Come si calcola il patrimonio netto per Isee?
Il patrimonio netto è determinato dalla somma del capitale sociale + riserve + utili conseguiti in attesa di destinazione – perdite in sospeso in attesa di copertura. Ad ogni socio sarà imputata la propria quota in base alla percentuale di partecipazione.