Cos’è la curva di Lorenz e cosa suggerisce?
Una curva di Lorenz è una rappresentazione grafica della distribuzione del reddito o della ricchezza all’interno di una popolazione. Le curve di Lorenz rappresentano i percentili della popolazione rispetto al reddito cumulativo o alla ricchezza delle persone pari o inferiore a quel percentile.
Cosa esprime la curva di Lorenz?
Detta anche curva di concentrazione, viene usata per rappresentare graficamente il grado di concentrazione di una variabile (v.) statistica; dopo aver disposto i valori della variabile considerata in ordine non decrescente, la curva si ottiene ponendo su un piano cartesiano le frequenze (v.
Cosa dimostra la curva di Kuznets?
La curva di Kuznets descrive l’andamento della diseguaglianza in rapporto al tasso di sviluppo, mostrando l’evoluzione della distribuzione del reddito nel tempo. È normalmente associata a un modello di sviluppo trickle-down.
Come fare curva di Lorenz?
Per costruire la curva di Lorenz occorre conoscere quante persone (la colonna A del prospetto) percepiscono un determinato reddito (colonna B del prospetto) ed ordinare tali dati in ordine crescente di reddito.
Cosa descrive il coefficiente di Gini?
Il coefficiente di Gini è una misura statistica della diseguaglianza che descrive quanto omogenea o diseguale il reddito o la ricchezza sono distribuite tra la popolazione di un paese. Il coefficiente assume un valore tra 0 e 1, ed un coefficiente di Gini più elevato è associato ad una più elevata diseguaglianza.
Cosa misura il grado di concentrazione?
Il grado di concentrazione del mercato è un indicatore della struttura di un settore industriale. È determinato dal numero di imprese operanti in un settore industriale ( o mercato ), dalla distribuzione delle quote di mercato e dalle dimensioni delle imprese.
Che valori può assumere l’indice di Gini?
Gli autori sostengono che questo intervallo di efficienza sia rappresentato da valori del coefficiente di Gini compreso tra 0,25 (iniquità tipica dei paesi Nord europei) e 0,40 (quello di Paesi come la Cina e gli USA).
Come leggere l’indice di Gini?
L’indice di Gini può variare tra 0 e 1 (qualche volta è moltiplicato per 100, ottenendolo su scala 0 a 100). Un indice di Gini basso indica la tendenza all’equidistribuzione, 0 indica la perfetta uguaglianza, mentre un valore alto indica una forte diseguaglianza, 1 indica la massima concentrazione.
Come si calcola lindice di Gini?
Come si calcola l’indice di Gini? Il grafico mostra che il coefficiente di Gini è pari all’area indicata come A divisa per la somma delle aree indicate come A e B, cioè, G = A / (A + B).
Come calcolare l’indice di concentrazione?
Un primo importante indice è il rapporto di concentrazione del Gini: dove Qi = Ai / An con Ai la somma dei redditi posseduti dalle prime i unità più povere e An è l’ammontare complessivo di reddito e Pi =i /n .
Come si calcola l’indice di eterogeneità?
Moltiplica per N/(N-1) il valore del punto 3. Normalizzare un indice significa farlo diventare tra 0 e 1. Quando è uguale a 1 si raggiunge la massima eterogeneità, mentre se è pari a 0 si ha la massima omogeneità. Essendo normalizzato prende il nome di indice relativo di eterogeneità di Gini.
Come si calcola l’indice di herfindahl?
Indice HHI (Herfindahl-Hirschman Index): è un indice di concentrazione del mercato calcolato come somma dei valori al quadrato delle quote di mercato di ciascun gruppo societario. Assume valori compresi tra 0 (concorrenza perfetta) e 10.000 (monopolio).
Cosa misura l’indice di Lerner?
L’indice è compreso fra un valore minimo pari a zero, che indica un mercato perfettamente concorrenziale, ed uno massimo pari ad uno, che indica un mercato monopolistico: all’aumentare del suo valore l’indice evidenzia la presenza di un sempre maggiore potere di mercato.
Come si calcola la quota di mercato di un’impresa?
La quota di mercato è calcolata dividendo le vendite totali di un particolare prodotto o industria per le vendite di un’azienda nello stesso periodo di tempo. Per esempio, se i consumatori britannici spendessero un totale di 100 miliardi di sterline in generi alimentari ogni anno e le vendite di Green Grocer Co.
Quali sono le barriere all’entrata?
Le barriere all‘entrata sono i fattori che rendono difficile l’entrata su un certo mercato ad una nuova azienda o a una start-up. In altre parole, sono i costi fissi che i nuovi entranti devono sostenere indipendentemente dalla produzione o dalle vendite per poter accedere a quello specifico mercato.
Cosa sono le barriere in uscita?
Le barriere all‘uscita rappresentano i costi che un’azienda dovrebbe sostenere per uscire da un mercato in cui è già presente. Costi fissi e irrecuperabili che vincolano l’impresa, per fattori sociali o economici, a restare nel mercato nonostante avrebbe tutti gli interessi ad uscirne.
Cosa sono le barriere alla mobilità?
Le barriere sono l’insieme dei fattori istituzionali, strutturali e/o strategici che impediscono a soggetti che si trovano a monte della catena del valore di integrarsi a valle e quindi competere con i propri clienti grazie alle innovazioni sviluppate.
Quali sono le 5 forze di Porter?
Esistono infatti cinque forze (“Modello delle 5 forze di Porter“) che contribuiscono ad alimentare tale rivalità: la minaccia di nuovi concorrenti, il potere dei fornitori, il potere degli acquirenti e la minaccia di prodotti sostitutivi.
Quali sono le strategie competitive?
Una strategia competitiva intendiamo quella parte della più ampia strategia d’impresa che è orientata a identificare quei vantaggi competitivi utili per il raggiungimento degli obiettivi strategici. Volendo potremmo ulteriormente approfondire questa definizione, e certamente potremmo trovarne di migliori.
Quali sono le tre strategie di base per porter?
Questi due elementi, combinati con la tipologia di impresa, porta a tre strategie di base: leadership di costo, differenziazione e segmentazione. Le strategie della leadership di costo e della differenziazione tendono ad ottenere il vantaggio competitivo in una vasta gamma di segmenti e quindi su un vasto mercato.
Quali sono le strategie corporate?
Strategie di corporate: cosa sono. Le strategie di corporate sono le strategie decise dal top management di un’azienda con l’obiettivo di migliorarne le performance. Si tratta, quindi, di decisioni prese al livello più alto all’interno di un’organizzazione e impattano tutte le funzioni e i processi sottostanti.