Come influisce la termovalorizzazione sull’ambiente?
Quanto inquinano i termovalorizzatori?
Inquinano otto volte in meno delle discariche e compensano le loro emissioni evitando quelle generate dalla produzione di energia. In Italia ce ne sono ancora troppo pochi. Spesso vengono demonizzati, ma in Italia non ci sarebbero abbastanza termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti.
Quale impatto ambientale ha un termovalorizzatore?
L’apporto di un termovalorizzatore rappresenterebbe all’incirca l’1% di quanto produce il solo traffico dei motori diesel. Inoltre, mettendo a confronto un termovalorizzatore con una discarica, ne esce penalizzata la discarica anche con maggiori emissioni di C02 in atmosfera.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del termovalorizzatore?
Il termovalorizzatore riduce la quantità di discariche necessarie sul territorio e la quantità di rifiuti. Altro vantaggio è che da questi materiali di scarto è possibile ottenere l’energia elettrica. Ma in che modo? La combustione dei rifiuti scalda l’acqua della caldaia presente all’interno dell‘impianto.
Quanto inquina un inceneritore?
– Aria calda, anzi rovente a 144 gradi e oltre. Quanta ne viene emessa in atmosfera, a prescindere dal contenuto di sostanze inquinanti comunque presenti. L’inceneritore di Modena brucia ogni anno circa 210.000 tonnellate di rifiuti (Arpae). Come conseguenza emette circa 200.000 tonnellate di CO2 (dato Arpae).
Che rifiuti brucia un termovalorizzatore?
Inceneritori e termovalorizzatori bruciano lo stesso tipo di rifiuti, quelli solidi urbani (piccoli imballaggi, carta sporca e stoviglie di plastica, ad esempio) e quelli speciali (derivanti da attività produttive di industrie e aziende).
Che tipo di problema risolve un termovalorizzatore?
Termovalorizzatore, detto anche inceneritore, è un impianto industriale che elimina rifiuti bruciandoli e con il calore prodotto da questa combustione produce energia.
Quali sono i problemi legati agli inceneritori?
In questo modo ogni inceneritore comporta l’immissione in atmosfera di milioni di metri cubi di fumi tossici al giorno costituiti, oltre che dalle note diossine, da almeno 200/250 differenti composti chimici che possono creare problemi di salute.
Cosa esce da un inceneritore?
L’incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%. Gran parte della massa immessa nei forni viene infatti combusta ottenendo dei fumi che verranno opportunamente pretrattati prima di essere emessi dal camino.
Cosa si ottiene bruciando i materiali non riciclabili nei termovalorizzatori?
In un inceneritore i rifiuti vengono direttamente bruciati ed il calore viene usato per produrre vapore, negli impianti di gassificazione/pirolisi i rifiuti vengono invece convertiti parzialmente in gas (syngas) che può essere poi utilizzato in cicli termodinamici più efficienti.
Come sono depurate le emissioni gassose dei termovalorizzatori?
I gas di combustione, raffreddati in seguito all’operazione di recupero energetico, sono depurati per permettere l’abbattimento del contenuto di agenti inquinanti e quindi la loro espulsione nell’atmosfera nel rispetto delle esigenze fissate in sede di licenza edilizia.
Come vengono bruciati i rifiuti?
La produzione di energia
L’impianto è generalmente composto da un forno, all’interno del quale vengono bruciati i rifiuti, a volte anche con l’ausilio di gas metano per aumentarne la temperatura. Per legge, infatti, la temperatura di combustione deve essere sopra gli 850 gradi, per evitare la formazione di diossine.
Come viene bruciata la spazzatura?
Viene bruciato il 19 per cento dei rifiuti urbani, il 17 direttamente negli inceneritori, generalmente con produzione di acqua calda e energia elettrica, e circa il 2 per cento da altri impianti produttivi (per esempio come combustibile nei cementifici).
Come viene smaltito l indifferenziato?
Solitamente la raccolta indifferenziata dei rifiuti viene smaltita in impianti di termovalorizzazione che permettono di produrre energia elettrica ed energia termica per il teleriscaldamento; solo una quota residuale è smaltita in discarica.
Quando si brucia la plastica?
Cosa sono e cosa fanno. Bruciare i rifiuti, soprattutto la plastica, produce inquinanti altamente tossici come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.
Che succede se respiro plastica bruciata?
alterazioni del sistema immunitario, anche a dosi molto limitate con riduzione e danneggiamento dei linfociti. danni allo sviluppo fetale, al momento della differenziazione tissutale del sistema immunitario. alterazioni a lungo termine del sistema immunitario, sia in senso immunodepressivo che ipersensibilizzante.
Cosa succede se ti fumi la plastica?
Persino materiali domestici comuni, quali la plastica e i tessuti, possono produrre sostanze chimiche velenose (prodotti tossici della combustione) quando bruciano. L’inalazione di fumo può causare problemi in diversi modi: Soffocamento da monossido di carbonio. Avvelenamento da sostanze chimiche tossiche.
Quando il forno puzza di plastica bruciata?
Ecco cosa fare per eliminare lo sgradevole odore di bruciato. Mettere nel forno ancora caldo un pentolino contenente del sale grosso e lasciarvelo per un’intera notte. Il giorno dopo pulire il forno con uno straccio imbevuto di una soluzione preparata sciogliendo del bicarbonato in acqua e succo di limone.
Come eliminare puzza di plastica bruciata?
Basta tagliare un limone a metà e spremerlo, versare il succo in un pentolino con dell’acqua messo sul fuoco e lasciare evaporare per alcuni minuti. Mettere nello stesso pentolino anche della buccia renderà la profumazione più forte. Così facendo, l’odore di limone prenderà gradualmente il posto di quello di bruciato.
Come far andare via la puzza di plastica bruciata?
Riempite una pentola capiente per metà di acqua. Portate a ebollizione e versate un limone tagliato a pezzetti o un bicchiere di aceto di vino bianco. Fate sobbollire per cinque minuti. Spegnete il fornello e lasciate che i vapori coprano la puzza di bruciato.